Come scegliere il percorso universitario (e perché un supporto serve sempre)

Per molti ragazzi, il passaggio dalla maturità all’università somiglia a un ponte sospeso: stabile solo in apparenza, perché attraversarlo richiede attenzione, visione e qualche domanda, le cosiddette “prime domande difficili”. Tutto perché dobbiamo immaginare il percorso universitario come una direzione che prende forma. Tra consigli affrettati, opinioni discordanti e un mercato accademico che si rinnova ormai ogni anno, la scelta rischia di essere compromessa, talvolta quasi imposta.

Nelle prime settimane dopo l’esame di Stato (ma anche prima del diploma stesso), molti cercano chiarezza sfogliando siti, ascoltando amici più grandi, partecipando ad appuntamenti informativi. Ma ciò che davvero aiuta a orientarsi è un accompagnamento che mette al centro le persone, ed è qui che orientamento universitario e supporto accademico trovano il loro spazio, come un filtro. Vediamo in che modo.

L’indecisione dei primi momenti: perché serve un orientamento 

Ci sono ragazzi che arrivano alla scelta con idee già chiare, e altri che avanzano a tentoni. Spesso chi si sente smarrito non ha bisogno di una spinta verso un corso, ma di qualcuno che aiuti a leggere ciò che già esiste: talenti che sono rimasti nell’ombra, interessi mai approfonditi, intuizioni archiviate troppo in fretta.

Come riuscire a “capirsi” meglio, in un’età in cui tutto è difficile e sfuggente per definizione? Ci sono realtà che pensano a questo, come il team di Next Step, formato da professionisti che conoscono bene l’universo accademico, che ha costruito un progetto che usa un approccio più umano e meno schematico. Test attitudinali, colloqui strutturati, confronti con tutor specializzati: strumenti che non puntano a “etichettare”, ma a portare in superficie elementi spesso ignorati. La scelta, così, non arriva per esclusione, ma per riconoscimento.

Quando le informazioni da sole non bastano

Aule affollate durante gli open day, presentazioni istituzionali, brochure piene di proposte. Un ragazzo ascolta, prende appunti, torna a casa con materiale utile e una domanda: come si interpreta tutto questo? Molti si accorgono che la difficoltà non sta tanto nel trovare l’opportunità, quanto nel capire quali siano le migliori per loro. Stiamo parlando di una zona grigia dove è importante evitare di considerare l’università con una brochure: c’è bisogno dell’ascolto di una persona imparziale, a cui raccontare esperienze, aspettative e dubbi. Insomma, bisogna un po’ sciogliere il nodo dei dubbi, per individuare la direzione più coerente con la persona.

La scelta del percorso di studi coinvolge inevitabilmente anche chi vive accanto ai ragazzi. I genitori osservano, cercano di sostenere, provano a dare consigli senza sovraccaricare. Ma è la persona a dover fare la scelta, e nessuno dovrebbe farla al suo posto. L’idea di poter contare su percorsi personalizzati, per trovare conferme e analizzare più alternative senza fretta, è di sicuro importante.

Imparare a conoscere il mondo universitario 

Il mondo accademico è in una trasformazione continua. Corsi di nuova generazione, indirizzi ibridi, collaborazioni internazionali che cambiano le prospettive: non è sempre così facile orientarsi, perché, sebbene un mercato dinamico alimenti la curiosità, talvolta confonde le idee. Serve qualcuno che sappia decodificarlo.

Interfacciandosi con gli esperti, le conversazioni talvolta si trasformano in opportunità: ai giovani, oggi più che mai, servono le domande giuste, per rileggere le proprie esperienze, per provare più chiavi di lettura, per sciogliere quei dubbi che si protraggono dall’adolescenza. Sempre con Next Step, c’è la possibilità di raggiungere questo tipo di chiarezza, considerando che la prima consulenza gratuita consente a studenti e genitori di conoscere da vicino il modo di lavorare del team, capire come vengono interpretati i dati raccolti, osservare come si costruisce un percorso basato sulla persona.

Quando la scelta assomiglia davvero a chi la compie

Il percorso universitario non sempre definisce una vita intera, ma avvia di certo un tratto importante del cammino. Richiede coraggio, immaginazione e la volontà di ascoltarsi. Nessuno dovrebbe attraversare questo passaggio con la percezione di muoversi da solo o di “dover sapere già tutto”. Anche perché la scelta deve ritrovare una dimensione più autentica, molto meno ansiogena: il progetto di Next Step conserva una natura profondamente umana, in cui si ritrovano valori come l’ascolto, il metodo e il rispetto dei tempi di ciascuno (perché nessuno di noi è uguale).

Alla fine, ciò che conta non è trovare il corso “migliore”, ma riconoscere quello che rispecchia la propria identità. Serve qualcuno che aiuti a distinguere le possibilità reali dalle suggestioni momentanee. Chi, del resto, non ha mai sognato di fare il veterinario, l’avvocato o il giornalista per un giorno, per poi finire a fare tutt’altro, dopo aver trovato la propria vocazione?

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