La formazione della biblioteca
Il nucleo iniziale dell’accademia (16 opere di vario argomento) risale agli anni ottanta del XVIII secolo: è la “Petite Bibliothèque pour l’Instruction des Elèves” della Scuola di Pittura di Lorenzo Pécheux, che fu anche il primo direttore dell’Accademia rifondata nel 1778.
Il fondo di libri, stampe, disegni e fotografie tuttora esistente si è costituito in tempi successivi, attraverso donazioni e acquisti. Negli anni 1821-1851, sotto la direzione di Giovanni Battista Biscarra, la raccolta si arricchisce grazie ad una serie di donazioni provenienti dalla Casa Reale e dagli ambienti accademici della capitale. I lasciti più significativi sono due: il primo, nel 1837, è di Giuseppe Monticoni, segretario economo dell’Accademia e responsabile della biblioteca; il secondo, ante 1851, è di Giuseppe Mattirolo, socio onorario dell’Accademia. Viene di seguito la donazione di Pier Alessandro Paravia, professore di Storia e Mitologia all’Accademia e di Eloquenza italiana all’Università, consistente in alcuni volumi di stampe.
Accanto alle donazioni bisogna però ricordare l’ordinaria attività di acquisti, indirizzata alle opere di anatomia, le più note sull’argomento in uso allora nelle accademie, riunite già negli anni 1832-1836 su richiesta di Francesco Bertinatti, insegnante di Anatomia artistica. Degna di nota è l’acquisizione, nel 1854, della biblioteca di Pietro Palmieri figlio (circa 500 volumi che andranno ad aggiungersi ai 520 allora presenti).
Nel frattempo Giovanni Volpato, incisore e “conservatore di disegni e stampe di S.M.”, riordinava la collezione di circa 5000 stampe della Biblioteca dell’Università di Torino, acquistate dall’Accademia. Questo fondo, insieme ai preesistenti (oltre il fondo di Paravia, quello donato dal marchese di San Marzano) fu integrato, a partire dal 1869, con le cartelle di incisioni pubblicate dall’associazione “L’Acquaforte. Società di artisti italiani in Torino.”.
Contemporaneamente vennero acquistati, per l’interessamento di Carlo Felice Biscarra, i più aggiornati testi dedicati alle arti decorative applicate all’industria, in relazione ai nuovi indirizzi della didattica. Tra le sezioni più interessanti che caratterizzano la biblioteca si ricordano inoltre quelle dedicate all’insegnamento del disegno, all’Architettura, alla Storia del Costume. Di notevole entità le raccolte di manuali sulle tecniche artistiche, di repertori iconologici e antiquari, di biografie degli artisti.
Vanno infine segnalati un prezioso fondo di disegni dell’Ottocento e uno di fotografie, il cui nucleo principale apartiene alla seconda metà dello stesso secolo.
Vanno infine segnalati un prezioso fondo di disegni dell’Ottocento, uno di fotografie il cui nucleo principale appartiene alla seconda metà dello stesso secolo e il fondo De’ Cavero di studi e di ricerca legati al costume, alla moda e al teatro.
Esiste un catalogo a stampa, Catalogo delle opere esistenti nella Biblioteca, a cura di G. Lavini, che tuttavia è piuttosto datato (Torino 1897!). Era dunque importante e urgente la compilazione di un nuovo catalogo, attualmente riversato in SBN e facilmente accessibile da terminale remoto grazie all’Opac Librinlinea.