Nel corso di un’intervista, Bill Gates ha affermato che tutti hanno bisogno di un coach. Non importa se ci si sta allenando per una partita di basket, un bridge oppure per le Olimpiadi. Un coach è motivante, soprattutto quando siamo sotto pressione.
Le parole del famoso magnate statunitense sono vere per gli sportivi ma lo sono altrettanto per i manager d’azienda, sottoposti quotidianamente a uno stress lavorativo non indifferente.
La loro attività infatti deve essere sempre di un certo livello, un obiettivo difficile da mantenere costante nel lungo periodo ma non solo. A volte l’assunzione di un collaboratore o di un dirigente sembra una scelta vincente sulla carta ma, una volta arrivati in ufficio, quelle stesse persone non riescono a relazionarsi in modo proficuo con i colleghi o non rendono in base al loro potenziale.
Sotto questa ottica il coaching è un rapporto di aiuto professionale e di affiancamento finalizzato al miglioramento dell’attività produttiva e del benessere individuale dei lavoratori. Ma quali sono esattamente i benefici del coaching? Possiamo riassumerlo in 5 punti salienti:
- motivazione del team manageriale
- sviluppo della capacità di risolvere i problemi (problem solving)
- miglioramento del clima aziendale e della leadership
- gestione del passaggio generazionale
- miglioramento delle performance e del potenziale produttivo sia dei singoli che dell’azienda
I passi preliminari per il coaching in azienda
La richiesta per l’affiancamento da parte di un coach può derivare dall’azienda oppure dal manager stesso. L’aspetto importante da comprendere, prima di avvalersi dei servizi di questa figura professionale, riguarda la natura del rapporto.
Il coaching sul posto di lavoro sblocca il potenziale del coachee; non è un percorso terapeutico ma nemmeno una sessione di apprendimento finalizzata a colmare le eventuali lacune nella preparazione del dirigente.
Il coaching, per dirla in parole povere, si fonda sul principio che ″Dai un pesce a un uomo e mangerà per un giorno; insegna a un uomo a pescare e mangerà per tutta la vita″. È un lavoro che mette in primo piano lo sviluppo delle capacità del professionista.
Il percorso
Il coaching si svolge attraverso 5 step ben definiti
1° parte
Il coaching incontra il responsabile delle risorse umane per confrontarsi sulle aree nelle quali lavorare. Questa fase è fondamentale per il coaching per comprendere le motivazioni che hanno spinto l’azienda a richiedere il suo intervento.
2° parte
Il secondo step prevede la stipula del patto di coaching suddiviso tra lato economico e organizzativo.
3° parte
Il coach incontra il coachee ovvero il manager. In questa fase i due si confrontano, delineano insieme il piano d’azione, stabilendo anche eventuali indicatori di misurazioni di performance.
Il coach indica al dirigente quali sono gli obiettivi essenziali richiesti dalla stessa azienda. In questo momento è di estrema importanza essere chiari sul percorso e sulle cosiddette aree di miglioramento.
In ogni caso il manager non deve trovarsi di fronte a imposizioni ma a obiettivi condivisi.
4° parte
Questa è la fase dell’incontro a 3: coach, coachee e responsabile delle risorse umane. Dopo aver delineato la metodologia, l’addetto aziendale lascia la riunione affinché il coach e il manager possano iniziare un rapporto confidenziale e basato sulla fiducia. Il coach deve essere identificato non come un ″nemico″ ma come un alleato per migliorare la propria produttività personale.
Anche in questo caso è prevista la firma di un patto di coaching che ricalca quello firmato dall’azienda.
5° parte
Se il percorso è lungo, l’azienda e lo stesso coach possono richiedere riunioni di verifica e di monitoraggio.
Oltre a questi 5 step fondamentali, sono previste anche due riunioni di follow up per fare il punto della situazione e raccogliere eventuali pareri e suggerimenti per migliorare il percorso.